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Cunego sings in the rain - Bella vittoria di Damiano in Euskal

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Non potevamo proprio rimanere a secco di successi. Neppure Damiano Cunego, sempre in bella evidenza nelle tappe precedenti, evidentemente aveva intenzione di prolungare più del dovuto la sua astinenza con la vittoria, col tempo che, da questo punto di vista, si era fermato all'entusiasmante e vittorioso duello con Riccò sulle strade dell'ultimo Giro di Lombardia. Le Ardenne si avvicinano e Cunego ha deciso che da oggi, quinta tappa della Vuelta al País Vasco, è arrivato il momento di divertirsi e raccogliere i frutti, regalando così il primo successo ai colori italiani sul traguardo di Orio.
Una condotta di gara, quella dell'atleta di Cerro Veronese, che ha pagato: squadra schierata a tirare per ricucire sulla fuga di giornata; le brevi ma micidiali pendenze dell'Alto de Aia affrontate con passo intelligente, senza rischi di "fuori giri"; quel pizzico di coraggio in una discesa resa insidiosa dalla pioggia e la bravura nel controllare i vari tentativi, seppur non troppo convinti, che hanno animato il finale, fino all'epilogo con la compagnia del leader Contador, superato agevolmente allo sprint.
Non più tardi di ventiquattr'ore fa, nell'attesa consueta che precede le frazioni in cui si spera sempre che lo spettacolo non deluda gli spettatori, ricordavamo come una salita breve ma con pendenze estreme (fino al 26% ma c'è chi azzarda quasi il 30 come massima) qual era l'Alto de Aia, ultima asperità a circa 15 chilometri dalla conclusione, riportasse subito alla memoria quanto accaduto il mese scorso alla Tirreno-Adriatico sull'erta di Montelupone, con la splendida azione di Joaquín Rodríguez oscurata però dal vespaio di polemiche che ne conseguì. Beh, si può dire che in un certo senso siamo stati buoni profeti: il campione nazionale spagnolo evidentemente su pendenze più consone ai biker che agli stradisti si esalta e, dopo aver sfruttato l'ottimo lavoro di David López García, è stato il primo a rompere concretamente gli indugi.
Fino a quel momento la tappa aveva vissuto sul tentativo di fuga portato avanti da Egoi Martínez e Bernhard Kohl, il cui tentativo ha preso quota poco prima dell'Alto de Santa Ageda dopo le prime schermaglie inziali, esauritosi poi a 20 chilometri dall'arrivo sotto la spinta di Saunier Duval e Lampre, compatte a tirare decise in testa al plotone (per il basco dell'Euskaltel però c'è la soddisfazione di aver matematicamente conquistato la maglia di miglior scalatore).
Dicevamo dell'azione di Rodríguez nel momento in cui le pendenze dell'Alto de Aia si facevano più aspre e, come si poteva facilmente ipotizzare, Contador decide di non restare più a guardare e si porta immediatamente alle spalle del campione spagnolo mentre dietro di lui salgono con buon passo Thomas Dekker, Cunego, Rebellin, Evans e Frank Schleck (a proposito: il fratello Andy, pressoché nullo in questa Vuelta, ha deciso di alzare bandiera bianca ritirandosi nella prima parte della frazione).
Fortunatamente in questo caso, con una splendida cornice di pubblico in cima allo strappo, crediamo che saranno ben poche le accuse di corsa falsata da corridori costretti a scendere di bicicletta (che pure ci sono stati) o altri inconvenienti del genere.
La cosa che purtroppo nessuno avrebbe previsto è stata un'altra analogia con la tappa di Montelupone: proprio come allora Riccò finisce a terra, coinvolto in una caduta all'ultimo km innescata da Herrero ed Evans, e potrebbe aver messo fine alla sua corsa, in attesa degli accertamenti del caso. Dopo la sfilza di disavventure subite da Bettini purtroppo non si può che affermare che il "Cobra di Formigine" va a tenere buona compagnia al Grillo livornese, aumentando le preoccupazioni in vista di Ardenne e Giro d'Italia.
Un peccato, soprattutto se si considera che il finale si stava apprestando a divenire molto interessante dopo che sui 4 in testa subito dopo lo scollinamento (Rodríguez, Contador, Evans e Frank Schleck) Riccò era riuscito a rientrare nel tratto di discesa assieme ai vari Cunego, Rebellin, Herrero (anche lo spagnolo ha concluso malconcio la tappa), oltre a Kirchen e Astarloza protagonisti anche di alcuni tentativi in contropiede.
Con i soli Cunego e Contador a giocarsi concretamente la volata, alle loro spalle si segnalano un convincente Dekker, che in virtù delle sue doti contro il tempo può fare ben più di un pensiero al successo finale nella cronometro di domani, Kirchen e Rebellin, che dimostrano ancora una volta una buonissima condizione mentre tra i respinti di questa giornata troviamo i due corridori Caisse d'Epairgne che dovrebbero condividere la leadership al prossimo Giro d'Italia, vale a dire Karpets (che accusa 4'14" sul traguardo) e soprattutto Rujano (addirittura mezz'ora di ritardo per il colombiano già sul podio della corsa rosa).
Non troppo brillante Gómez Marchante, giunto ad 1'32" sul traguardo mentre distacchi importanti per Gárate, Sastre, Beltrán e Lövkvist, tutti oltre il quarto d'ora di ritardo.
Domani la resa dei conti nella cronometro conclusiva di Orio che presenta nella prima parte la scalata in senso inverso dell'Alto de Aia. Pendenze meno proibitive. Percorso che senza dubbio sarà più gradito a Contador, ma con Evans e Dekker a neppure 10 secondi per il leader dell'Astana il tempo della tranquillità non è ancora arrivato.

Vivian Ghianni

 

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