Garzo ferito nell'orgoglio - Il varesino sulle decisioni di RCS
Versione stampabileLa sua Acqua&Sapone-Caffè Mokambo ha appena vinto il 45esimo Trofeo Laigueglia con Luca Paolini, eppure Stefano Garzelli non ha l'aria di chi vuol festeggiare quella che lui definirà "una buona prestazione". La maglia rosa del Giro 2000 in sella alla sua De Rosa si fionda all'interno del caravan del team, per il varesino dagli occhi di ghiaccio e la faccia un po' da bimbo una lunghissima doccia e poi eccolo lì fuori dal camper, seduto su un muretto, la faccia di chi è stato appena eliminato al gioco del fazzoletto. Alcuni meccanici e giornalisti lo avvicinano e lo rincuorano: "Dai Stefano! Vedrai che lo corri il Giro!", "Ve lo meritate di partecipare!", eppure lui non sembra molto convinto, con lo sguardo perso nel vuoto sotto il cielo stranamente grigio della riviera ligure. Era convinto di poter disputare un buon Giro d'Italia, mentre la squadra non avrebbe certo sfigurato alla corsa dei due mari ed alla Classicissima e l'esclusione apparentemente senza motivo ha fatto infuriare il capitano del team di Palmiro Masciarelli.
Stefano, veniamo subito al dunque: cosa ne pensi dell'esclusione della tua squadra da Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e Giro d'Italia?
«Non ho grandi commenti da fare, alla luce della buona prestazione di oggi, avete visto che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, e credo che una vittoria in più non potrà certo cambiare le carte in tavola. Penso che noi ci meritiamo di andare al Giro, e questo è quanto. Poi se RCS vvuole fare queste discriminazioni totali, lasciandoci fuori da tutto, avrà dei buoni motivi, mi auguro. L'unica cosa che ci piacerebbe è che ce li spiegassero, perché fino ad ora motivi concreti non ne sono pervenuti, né li vediamo noi».
L'esclusione non solo dal Giro ma da Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, corse nelle quali potevate fare molto bene, arrecheranno un gran danno in termini sportivi e soprattutto economici al team.
«Certamente, per questo parlo di una discriminazione totale nei nostri confronti. Secondo me non è una cosa corretta a livello etico, perché potrebbe anche starci l'esclusione dal Giro ma lasciarci fuori da tutto, considerando che siamo una squadra italiana, è veramente troppo. Vorrà dire che l'anno prossimo ci sarà una squadra in meno in Italia, ed è normale che sia così. Uno sponsor italiano ed una squadra da 3 milioni di euro, non disputando né Giro né Tirreno né Sanremo, è normale che cessi la propria attività. Poi ci stupiamo della fuga degli sponsor italiani dal ciclismo ma se al ciclismo italiano, alla Federazione Ciclistica Italiana, va bene che una squadra come la nostra venga trattata in questo modo e conseguentemente sparisca avranno i loro interessi».
Cosa pensi di questo ciclismo sempre più "politicizzato", combattuto sempre più nelle aule dei tribunali e sempre meno sulle strade?
«Beh, basta andare a vedere quanti sponsor stanno smettendo, in Italia ed all'estero, e quanti ragazzi sono senza un contratto, non mi sembra che questo ciclismo né che formule come il Pro Tour abbiano portato tanti benefici al ciclismo».
L'anno scorso hai vinto due tappe al Giro ed hai concluso nei venti (16° nella classifica finale, ndr), quest'anno avresti provato a fare qualcosa di più serio?
«Senza dubbio quest'anno avrei cercato il gran colpo, avete potuto vedere che anche oggi la corsa l'abbiamo fatta sempre noi e l'abbiamo vinta. Come squadra non siamo secondi a nessuno, la speranza di trovare un accordo con RCS c'è. Se si troverà bene, altrimenti volgeremo il nostro sguardo verso altre corse, cercando di toglierci delle belle soddisfazioni altrove».
A questo punto della stagione ed in queste condizioni quali sono i tuoi programmi?
«Non lo so, perché comunque viviamo alla giornata, nella speranza di strappare un invito alle corse RCS. Se comunque riuscissimo a disputare la Vuelta a España sarebbe una cosa molto buona, anche perché io vivo in Spagna e quindi quella corsa ha per me un valore affettivo notevole e mi stimolerebbe ancor di più. Restiamo alla finestra e stiamo a vedere, questi giorni sono cruciali per noi per capire come organizzare il prosieguo della stagione. Già aver corso bene e vinto oggi è una grossa soddisfazione a livello personale, soprattutto perchè la corsa è stata di altissimo livello, con tante squadre e tanti corridori forti alla partenza. Speriamo che questa nostra bella prestazione faccia cambiare idea a qualcuno, sennò - ripeto - troveremo altre corse da disputare per dare soddisfazione a noi, agli sponsor ed a tutto il team».
Dopo l'esclusione dalle corse di RCS non hai mai pensato i cambiare squadra per poterle correre?
«No, assolutamente. Non è tipico della mia indole, non è questo il mio modo di ragionare e di agire. Ho iniziato il 2008 con Palmiro (Masciarelli, ndr) e finirò la stagione nell'Acqua&Sapone».