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Euskalibur - La spada nella Vuelta - Il diario della squadra basca

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Arancioni e sempre all'attacco. Inconfondibili, ma quest'anno più che mai alla caccia di un risultato importante, con Samuel Sánchez proiettato su questa Vuelta fin da inizio stagione. E così, per le ventuno frazioni dalla Galizia a Madrid, non ci accontentiamo di una sola "talpa" in gruppo, ma raccoglieremo a turno le impressioni di tutta la selezione dell'Euskaltel-Euskadi per questa Vuelta a España. Un diario "corale" e tutto basco (ma tranquilli, tradurremo...) che ci accompagnerà per tutta la corsa iberica e ci aiuterà a scoprirne situazioni e personaggi che sfuggono all'occhio televisivo.


Domenica 23 settembre - 20a e 21a tappa - S. Sánchez: Ed ora il Mondiale
Che dire? È stato tutto perfetto. Aspettarsi di più da questa Vuelta era impossibile.
Ieri sono partito nella crono con l'intenzione di dare tutto e raccogliere quello che veniva: beh, ne è uscita una vittoria di tappa e il terzo posto nella generale.
Tre vittorie di tappa, il podio, l'ottavo posto di Antón nella generale, il secondo nella graduatoria delle squadre... la verità è che sono davvero molto contento di come sono andate le cose. Ripeto: di più non potevo proprio chiedere.
Il tempo per le celebrazioni non è però molto, visto che c'è da pensare subito al Mondiale. E nella condzione in cui arrivo a Stoccarda, beh è chiaro che voglio giocarmi le mie carte e tenteró di approfittare delle opportunità che la corsa mi potrebbe offrire. Altrimenti, si tratterà di aiutare la squadra, soprattutto Oscar [Freire], visto che non so in che condizioni Alejandro [Valverde] si possa presentare al Mondiale; tutta la controversia sulla sua partecipazione, comunque si risolva, non gli avrà certo giovato e in verità non so come abbia potuto allenarsi in questo periodo.
Insomma, il percorso abbastanza duro mi si addice e pare anche che ci siano buone possibilità di incontrare pioggia, il che potrebbe rendere la gara ancor più selettiva e diventare un fattore a mio favore; sotto l'acqua spesso me la cavo bene e quindi condizioni un po' difficili sarebbero assolutamente le benvenute dal sottoscritto.
L'anno scorso mi sono piazzato bene e se Alejandro avesse fatto il buco... beh, forse sarei finito con la maglia iridata addosso. Quest'anno... quest'anno si vedrà, ecco!
Intanto colgo l'occasione per salutare tutti quelli che ci hanno letto, a nome mio e della squadra. So che alcuni hanno finito per fare anche un po' il tifo per noi e li ringrazio; è stato un piacere tenere questo diario e farvi conoscere la nostra squadra. E chissà che non si possa ripetere, in futuro. (Samuel Sánchez)


Venerdì 21 settembre - 18a e 19a tappa - Antón: La festa continua!
Un'altra grande giornata, oggi! D'accordo, proprio perfetta perfetta no: io non son riuscito a rimanere con i primi e a Samuel restano quei secondi di vantaggio per Evans... Domani c'è una crono che si addice meno a Samuel [Sánchez] che ad Evans, ma siamo passati in due giorni da una situazione in cui raggiungere il podio era difficile, praticamente impossibile, ad oggi, che la terza piazza è diventata un obiettivo certo non facile, ma comunque alla portata.
Ieri, la 18esima, è stata una frazione veramente interessante: immagino lo sia stato soprattutto per chi l'ha vista alla tele. A decidere tutto è stata quella salita di prima categoria messa poco dopo la partenza: la nostra tattica era semplicemente quella di inserire uno o più uomini in fuga e stare attenti a quello che succedeva dietro. Ci siamo aggregati a un gruppetto io e Isasi, anche se lui alla fine non ce l'ha fatta a tenere il passo, ma quello che ha cambiato la storia della tappa è stata la battaglia che c'è stata dietro, con l'attacco di Sastre, che ha lasciato indietro Efimkin, Barredo, Triki [Beltrán] e ha finito ovviamente per giocare a nostro favore.
Nel tratto prima della seconda salita ci ha pensato la CSC a tenere alta l'andatura di noi davanti, poi è stato il mio turno e con Gustov siamo andati avanti a cambi regolari fino in cima. Certo, dopo c'erano trenta chilometri tra discesa e pianura e bisognava anche gestire le energie; abbiamo perso qualcosina e il finale non è proprio venuto perfetto, ma nel complesso non ci si può proprio lamentare.
Oggi la strategia era quasi la stessa e infatti ancora Isasi e Alan [Pérez] sono andati in avanscoperta; l'intenzione inizialmente era di attaccare con Samuel nell'ultima discesa, prima del secondo giro sull'Abantos; però le condizioni meteo hanno un po' giocato contro, visto che dopo la pioggia nel tratto di salita, la discesa era asciutta e non si poteva far la differenza.
Ma verso la fine della discesa s'è creata una sorta di fuga in cui ho avuto la fortuna d'inserirmi, con Aitor Hernández; c'erano anche Alan e Isasi e così è diventata quasi una cronosquadre e abbiamo guadagnato trenta secondi che sono stati veramente fondamentali, prima di tutto perché ho potuto dare una mano a Samuel quando ha attaccato, per quanto... beh, non è che l'abbia potuto aiutare tanto in verità. Ma importanti anche perché mi hanno permesso di attaccare la salita con un certo vantaggio.
Insomma, alla fine mi trovo ottavo e per me è un sogno che diventa realtà; mai mi sarei immaginato di poter arrivare così in alto: dopo il Tour - come già vi dissi ad inizio Vuelta – ho avuto un momento un po' dificile e ora questo risultato e le sensazioni avute mi danno davvero tanta fiducia. Per quanto oggi le sensazioni erano un po' meno buone degli scorsi giorni, magari anche per la fatica di ieri, ma alla fine in salita mi sono fatto ancora valere. Le mie caratteristiche quelle sono, del resto: sia un dono dei miei genitori o quello che è, vado forte in salita; una bella coppia con Samuel, che va forte in discesa, per quanto, beh in salita l'avete visto oggi, no?
Adesso domani nella cronometro ce la metterò tutta per mantenere la posizione nei dieci, sperando che Samuel riesca ad agguantare il podio. Intanto ci godiamo un'altra serata di festeggiamenti, perché una vittoria così lo merita assolutamente. Il bello è che entrambe le vittorie sono venute alla fine di un grandissimo lavoro di squadra e così le si apprezza ancora di più; io stesso mi sento come se la tappa di Granada l'avessi vinta io... (Igor Antón)


Mercoledì 19 settembre - 17a tappa - Isasi: Lezioni di basco
Eccoci qua... è da un po' che non ci si sentiva eh?
E ti pareva che mi deve toccare una tappa in cui non è successo nulla di particolare! Allora, sapete che vi dico: oggi vi faccio una piccola lezione di vocabolario basco, ciclistico e non.
Per cominciare, "ciclismo" si dice txirrindularitza e "corridore" txirrindulari, mentre "squadra" è più semplice per uno straniero e si dice taldea; "compagno di squadra" è invece taldekide.
Ancor più facile è "volata", che si traduce sprinta; si traduce per modo di dire, visto che appunto basta aggiungere una "a". Un "passo", nel senso di Gpm, in Euskera si dice mendate, mentre la pronuncia torna ad essere un po' più complicata con "classifica", che per noi è sailkapen.
A proposito di sprint, quando qualcuno esagera un po' nello sgomitare, può succedere che venga la voglia di urlargli kabroia!: solo dal suono capirete che non è propriamente un complimento... Se invece arriva la vittoria, il grido quasi sempre sarà aupa!, che è come dire "e vai!", ma è anche una parolina che usiamo un po' per tutto, una sorta di intercalare.
Il classico "buon giorno" è egunon, ma se decidete di venirci a trovare, c'è un'altra cosa fondamentale da sapere, ossia come ordinare una birra: con na garagardoa emango farete bella figura e può pure capitare che la birra ve la offrano... Allora, avete preso appunti?
Vabbè, torniamo un attimo seri e diamo un'occhiata alla tappa di domani. A giudicare dal percorso, e per il fatto che siamo nella terza settimana, è probabile che vada via una fuga con buone possibilità; per noi si tratterà innanzittutto di essere presenti, dunque: potrebbe essere il giorno giusto per me o per Íñigo [Landaluze], che ancora non ci siamo fatti vedere davanti. Quindi, con qualcuno della squadra in grado di giocarsi le proprie carte in una fuga, ovviamente lasceremo fare; in caso contrario, ci si concentrerà su Samuel [Sánchez] e Igor [Antón], provando a recuperare qualche posizione in classifica.
Gero arte (cioè "a presto")... (Iñaki Isasi)


Martedì 18 settembre - 16a tappa - Galparsoro: Stanchi, ma in fuga
Ciao a tutti... oggi un po' di delusione: siamo riusciti ad inserirci in una bella fuga io e Koldo [Fernández], ma alla fine sono venute a mancare le energie e non ci siamo potuti giocare la vittoria. È stata una tappa veramente dura, per un insieme di cose: innanzittutto le forze che – nonostante il giorno di riposo – ora scarseggiano un po', la partenza rapidissima e ovviamente il percorso, a saliscendi e su una strada sinuosa e piena di trappole.
Non era propriamente pianificato di entrare in una fuga con Koldo, che normalmente è l'uomo per gli sprint, ma comunque si può dire che ci stiamo facendo vedere davanti quasi a turno: così oggi è toccato a me e a lui. La fuga è andata via in coincidenza di uno sprint intermedio, che era posto in cima a una strada un po' in salita; tra la salitella e la discesa successiva quindi si è formata quest'azione, mentre il gruppo non ha assolutamente reagito.
Non c'era nessuno di pericoloso per la generale e da dietro ci hanno di fatto lasciato andare, mentre comunque noi abbiamo trovato quasi subito un ottimo accordo, con cambi regolari. Naturalmente, io mi sono soprattutto adoperato per Koldo, che in una volata ristretta avrebbe avuto ottime possibilità; ma il terreno, come dicevo, era parecchio accidentato e sulle gambe lo sforzo si faceva sentire eccome.
Così nel finale se ne sono andati in tre e non c'è stato verso di riprenderli, appunto per le energie che mancavano, ma anche perché non è che ci si sia capiti granché noi inseguitori e, invece di cercare di rientrare con cambi regolari, si andava un po' a strattoni, con scatti che ormai non avevano storia.
Resta la consolazione della classifica a squadre: con due uomini in fuga come la Caisse d'Epargne e uno in più della CSC, ora abbiamo un secondo posto abbastanza comodo. Domani invece tornano d'attualità i volatoni e sarà una giornata più calma, almeno per me. Poi, dopodomani e il giorno successivo ci saranno due tappe-chiave per quanto riguarda Samuel [Sánchez] e Igor Antón, ma di questo vi parlerà qualcun altro; io vado a cena, un saluto! (Dioni Galparsoro)


Lunedì 17 settembre - 15a tappa - S. Sánchez: Il giorno perfetto
Eccomi... scusate il ritardo, ma insomma, ho delle valide attenuanti, no?
Ieri è stata la giornata perfetta: una vittoria stupenda, ancor più perché arrivata grazie al gruppo. Un successo nato fin dall'autobus, dove in riunione avevamo deciso la tattica: un uomo in fuga e poi attaccare sull'ultima salita, cercando di sfruttare la discesa verso Granada per prendere il largo.
Eh, a pensarci adesso sembra quasi facile! Invece c'è dietro un grande sforzo, specie perché le cose all'inizio si sono un po' complicate, con una fuga che ci ha messo in difficoltà perché era troppo numerosa e soprattutto con gente di grande qualità. Così è stato necessario lavorare per tutta la tappa, non dico per annullare subito l'azione, ma per tenerla a bada, per mantenere i fuggitivi a una distanza ragionevole; la squadra al completo è stata davanti a tirare al massimo: un lavoro eccezionale, che ha permesso a me ed Igor [Antón] di salvare la gamba per il finale.
Poi è venuto il mio turno: per l'appunto si trattava di completare l'opera, coronare lo sforzo dei ragazzi nella parte conclusiva. Così sul Monachil, a circa tre km dal Gpm, sono scattato, lanciato da Igor, e mi sono avvantaggiato un po' sul gruppetto dei migliori. Poi la discesa, un po' la mia specialità: ovviamente l'ho fatta al massimo, prendendomi anche i miei rischi... Se è una capacità che si può allenare? No no, viene da sé... è di serie, la danno in dotazione!
Nel finale poi ho trovato in Triki Beltrán un compagno d'avventura perfetto: allo sprint ero chiaramente il più veloce dei due, ma lui non ha saltato un cambio, siamo andati in perfetto accordo fino alla fine e in volata sono riuscito ad avere la meglio. Probabilmente vorrete sapere il motivo del gesto fatto sulla linea: ebbene, mia moglie ed io siamo in attesa di un bambino per marzo, anzi un bambino o una bambina, visto che ancora non lo sappiamo. Una gioia e una motivazione in più, come potete certamente capire.
Da quel momento euforia pura: che vi posso raccontare? Ho abbracciato tutti i ragazzi, cui questa vittoria – ripeto – appartiene tanto quanto a me. Poi, a cena, champagne e soprattutto tanta allegria, tanta soddisfazione per un successo collettivo così bello.
Un'allegria che si è prolungata anche oggi: stamattina abbiamo fatto un paio d'ore di allenamento, accompagnati anche da Igor [González de Galdeano, segretario tecnico del team], che s'è fatto una pedalata con noi. Poi pranzo, una bella siesta, che nelle giornate di riposo non manca mai, massaggi e fino a poco fa la cena. Adesso giusto un po' di tv e poi a letto, ché domani si riparte.
L'obiettivo per questi ultimi giorni è il podio: è complicato, quasi impossibile, perché gli avversari stanno facendo benissimo, ma la squadra è ancora al completo e mi sta dando una grande mano, e le tappe per cercare di inventarsi qualcosa ci sono. Intanto abbiamo portato a casa una tappa, che era l'obiettivo principale: ora con un po' di fortuna può arrivare anche quest'altro importante risultato... A presto! (Samuel Sánchez)


Sabato 15 settembre - 14a tappa - Zubeldia: Una giornata in fuga
Tre su tre: oggi non ho mancato una fuga! Peccato che sia finita senza che mi sia potuto giocare la vittoria, ma almeno mi sono goduto la tappa lì davanti, diciamo così... Oggi sapevamo che un gruppetto ben assortito sarebbe potuto arrivare in fondo; così sono partito piuttosto focalizzato su questo e forse ho persino esagerato nel cercare di aggregarmi all'azione buona.
Il primo Gpm era al chilometro 39: già su questa salita ci sono stati mille attacchi com'era prevedibile; a un certo punto si è creato un bel gap e sembrava potesse essere la fuga della giornata. Ma non c'erano né Liquigas né Quick Step dentro e così entrambe le squadre si sono messe a tirare e hanno finito per venirci a riprendere.
Poi, proprio in coincidenza del ricongiungimento, come succede alle volte, si è immediatamente creata una nuova azione; io ho approfittato del fatto di star davanti e mi sono nuovamente infilato e questa volta abbiamo potuto prendere il largo. Si è trovato anche un ottimo accordo e abbiamo proseguito con un bel ritmo fino all'ultima salita.
Lì purtroppo mi sono un po' mancate le forze e ho sicuramente pagato il fatto di essere stato davanti anche nell'altra fuga; del resto in questi casi ci vogliono le gambe, ci vuole tempismo e ci vuole anche un po' di fortuna. Certo che il Discovery ha fatto un colpaccio, che penso non si aspettasse praticamente nessuno; io curavo soprattutto Schumacher, che nelle varie salite aveva cercato di alzare il ritmo e forzare un po'. Nel gruppetto c'erano altri spagnoli che conoscevo, come Chente [García Acosta], Juanma [Garate] e Zandio e parlando un po' anche loro si aspettavano soprattutto il tedesco; McCartney magari ha un po' approfittato anche di questo e ha fatto comunque davvero un bel numero.
Alla fine posso comunque considerarla una buona giornata: se sono restato in corsa, dopo la caduta di cui sapete, è proprio per aiutare la squadra e mostrare quello che so fare in tappe come quella di oggi. E ce ne sono altre, prima o poi vedrò di riprovarci... (Haimar Zubeldia)


Venerdì 14 settembre - 12a e 13a tappa - A. Pérez: Compleanni e ventagli
Ciao a tutti, oggi vi propino doppia razione di diario, visto che ieri si è saltato...
Mah, non che sulla giornata di ieri ci sia molto da dire, almeno sulla tappa: siamo partiti, è andata via una fuga, le squadre dei velocisti hanno tirato per chiudere, volatone finale; non sembra neanche la seconda settimana della Vuelta... Invece la cosa interessante ieri è stata il compleanno di Koldo [Fernández, da ieri ventiseienne]: anche durante una Vuelta è giusto festeggiare un po', no? Niente di "estremo", per carità, ma una cena chiusa da torta e champagne direi che è un ottimo compromesso, anche se il massimo sarebbe stato festeggiare insieme una vittoria di Koldo in volata, ieri, ma anche per lui la stanchezza s'inizia a sentire e non gli è riuscita la zampata.
Oggi invece tutta un'altra musica. Nonostante il percorso è stata una tappa complicatissima, prima di tutto per il tempo: tutta la prima parte sotto un'acqua tremenda! Se ne sarebbe fatto a meno, ma alla fin fine una giornata così è da mettere in conto, in una corsa di tre settimane. Fatto sta che per tutta la prima parte l'andatura del gruppo è stata decisamente tranquilla, per ovvie ragioni e a beneficio dei fuggitivi: ci voleva la pioggia per far arrivare una fuga!
A un certo punto si è anche iniziato a provare ad andarli a riprendere, i tre in testa, ma il gap era troppo elevato e serviva qualcos'altro per movimentare il finale... Così ci hanno pensato il vento e i ventagli: infatti i Caisse d'Epargne hanno pensato bene di mettersi in testa e cercare di spezzare il gruppo; e gli è anche riuscito, ma noi eravamo tutti ben collocati e siamo riusciti a tenere davanti Samuel [Sánchez] senza problemi.
A proposito di Samuel, adesso riiniziano le tappe per lui, specie quella di Granada. L'avrete notato, ieri s'è persino buttato in volata, è sempre molto attento in condizioni difficili come oggi: insomma, speriamo riesca a scalare qualche posizione in classifica e magari farci vincere una tappa.
Domani è invece classico terreno da fughe, tappa lunga e piuttosto mossa. Io sono in condizioni davvero buone e ci proverò: se non mi andasse bene, penserò ad aiutare Samuel, ma vedrete che un "naranja" davanti domani lo vedrete... (Alan Pérez)


Mercoledì 12 settembre - 11a tappa - Hernández: Queste tappe facili...
Tornati in sella. Ma oggi c'è proprio poco da raccontare, visto che dall'inizio s'è capito che sarebbe stata una questione tra velocisti.
Tappa facile, per l'appunto, ma anche piuttosto lunga e, nonostante il giorno di riposo, si nota la fatica di qualcuno dei miei colleghi, tant'è vero che un po' di corridori hanno perso le ruote del gruppone verso la fine, quando la velocità è aumentata.
C'è da aspettarsi altre due giornate sulla stessa falsariga, poi due frazioni di media montagna, dove finalmente le fughe potrebbero avere il loro spazio; saranno tappe in cui magari non cambierà nulla nella generale, almeno per le prime dieci posizioni, ma più dietro si rimescoleranno abbastanza le carte e ci sarà modo di fare la differenza, come dicevo, con qualche fuga ben orchestrata. Io stesso spero di trovare l'opportunità giusta, visto che fisicamente mi sento davvero a posto.
Prima di salutarvi però permettetemi di dire qualcosa su quello che è successo ieri al Giro di Polonia [una macchina della polizia messa di traverso in mezzo alla strada ostruiva il passaggio del gruppo lanciato a 2 km dal traguardo, ndr]. Fino a poco fa non sapevo niente e non ho avuto modo di vedere le immagini, ma se le cose sono andate come me l'hanno descritta, è una conferma che questi si devono dare una regolata, devono mettersi d'accordo una volta per tutte. Non si può correre in posti dove l'organizzazione fa acqua da tutte le parti, perché poi siamo noi corridori a rischiare l'osso del collo, a giocarci proprio la vita certe volte. Vabbè insomma, per stavolta per fortuna non s'è fatto male nessuno. Scendo a cena; alla prossima, gente. (Aitor Hernández)


Martedì 11 settembre - Riposo - Zubeldia: Ricaricata la mente
Rieccomi qua: l'ultima volta che ci siamo sentiti ero ancora bello integro... Comunque vi posso dire che la caduta di una settimana fa è ormai dimenticata, per fortuna. Certo che in ogni caso questa prima giornata di riposo cade parecchio a fagiolo per me: a parte qualche piccola contrattura da sforzo, mi posso considerare completamente recuperato e chiudere così questa prima parte corsa tutta in difesa.
Giornata di riposo, ma riposo tra virgolette, visto il lunghissimo trasferimento di stamattina: non è che aiuti molto a rilassarsi stare tanto tempo in pullman, ma tant'è... Almeno ne abbiamo approfittato per inforcare un po' la bici: fermato il pullman e le macchine e ultimi 40 km di viaggio in sella, per una sgambata leggera.
Poi abbiamo pranzato e ci si è potuto veramente dedicare a un po' di relax, per il corpo, ma soprattutto per la mente, che in una corsa di tre settimane e così esigente, è anch'essa sotto pressione. Oggi ho ricevuto la visita di alcuni amici che ho qui e questo per esempio fa benissimo al morale, ma anche alla mente in generale: rompere la routine, in queste giornate di sosta, è fondamentale.
Domani però si rinizia. Si rinizia un po' in tutti i sensi, con una seconda parte di corsa sicuramente con meno difficoltà, meno moltagna della prima. Molto secondo me è già deciso, di questa Vuelta: in grado di muovere davvero la classifica ci sono solo la tappa di Granada e quella di Abantos, a parte la crono; qualcosa potrebbe succedere anche in un'altra tappa più semplice, ma non ci conterei molto.
Per noi Euskaltel c'è solo da continuare sulla strada intrapresa: puntando su Samuel [Sánchez] per le tappe più dure, dove sappiamo di avere un'opzione di grande valore come Igor Antón. Nelle altre tappe si tratterà di cercare di approfittare di ogni opportunità, visto che con le squadre stanche le fughe sono destinate ad avere miglior sorte che nella prima settimana. Peraltro siamo terzi in classifica a squadre: d'accordo che non si sa che fine farà il Pro Tour, ma un valore comunque ce l'ha; sicuramente è un motivo in più per dirvi che ci vedrete spesso in fuga... (Haimar Zubeldia)


Lunedì 10 settembre - 10a tappa - Antón: Colpaccio mancato
Che gambe dure, ragazzi! Oggi è stata una tappa troppo... troppo e basta! E poi, con tutta la fatica accumulata tra la crono, che è sempre uno sforzo notevole, e ieri che sono stato in fuga per gran parte della tappa, è stata veramente durissima.
E infatti, alla partenza la fatica la sentivo eccome sulle gambe e ho sofferto parecchio sulla prima salita. Almeno però il ritmo non era esagerato: con il gruppo che ha dato un po' di corda alla fuga che si è formata, non ho avuto grossi problemi a restare agganciato, sperando di migliorare strada facendo.
Così è stato, fortunatamente, perché mentre sul Cantó ho continuato a non avere buone sensazioni, sull'ultima salita le cose sono andate molto meglio e ho rischiato davvero di fare il colpaccio. All'inizio dell'ascesa, le gambe non giravano ancora propriamente bene: non ero più realmente in difficoltà, ma facevo un po' di elastico, per via dei cambi di ritmo davanti. Ai meno cinque però ho trovato il mio ritmo e ho cominciato a risalire... Piano piano, un po' alla volta andavo riprendendo quelli da cui m'ero staccato: una rimonta un po' incredibile!
E davvero incredibile sarebbe stato se mi fosse riuscito quello scatto all'ultimo chilometro... Ma Piepoli non mi ha lasciato spazio e anche il secondo tentativo, poco più avanti, con le gambe ormai stanche, non è andato bene. Ho saputo oggi che Sastre era piuttosto arrabbiato per il comportamento di Piepoli, che ha fatto un po' da gregario a Menchov: sono cose abbastanza normali, cose che succedono. Cioè, ovvio che neppure io sono molto contento, visto che è stato appunto l'italiano a chiudere sul mio scatto; credo che si debba correre per la propria squadra e nel caso per il risultato personale, ma nient'altro. Comunque sia, ripeto: sono cose che capitano, situazioni così se ne sono viste sempre e al di là di questo ci possiamo godere un ottimo risultato di squadra, con Samuel [Sánchez] che ha fatto una tappa fantastica e Dioni [Galparsoro] e Alan [Pérez] presenti nella fuga.
Poca gente sulle strade? Mah, la Vuelta ha sempre patito un po' il fatto che si disputa in settembre, se poi ci si aggiunge che è lunedì (anche se ieri c'era ancora meno gente) e che l'ultima parte di tappa era un po' sperduta verso Andorra... Magari si poteva anche incentivare un po' di più la presenza del pubblico lungo il percorso, con cappellini, portachiavi... insomma, si poteva tentare di vendere meglio l'evento con i classici gadget. Senz'altro contribuisce anche l'immagine un po' così del nostro sport: ma riguardo a questo, direi che, finché c'è seguito a livello di tv e di giornali, c'è da sperare che si vada via via migliorando.
Ora il giorno di riposo: 500 km di trasferimento tanto per gradire... Ci sarà poco tempo per tutto e chiaramente anche per allenarsi. Certo che dopo il tour de force di questi giorni, direi che più di una sgambatina defatigante... (Igor Antón)


Domenica 9 settembre - 9a tappa - Sánchez: Parola di capitano
Banale a dirsi, ma oggi è stata proprio dura, per tutti. Una tappa così, dopo una cronometro di 52 km, per di più con quel percorso monotono, praticamente tutto in autostrada... Insomma, posso garantirvi che una crono così si sente sulle gambe, eccome!
Oggi peraltro il ritmo è stato elevato da subito: tra un attacco e l'altro, già sulla salita verso Monrepós s'è fatta una selezione importante. Poi s'è formato un gruppo di tredici attaccanti, con dentro gente pericolosa come Gómez Marchante e López García; Igor [Antón] è stato attentissimo e bravo ad agganciarsi e avere anche noi un uomo importante in fuga è stato fondamentale, dato che abbiamo potuto lasciare alle altre squadre l'onere di tenere a bada i fuggitivi. Infatti ci hanno pensato Rabobank e Discovery, che hanno marcato un bel ritmo, finché non si è arrivati al ricongiungimento, a una decina di chilometri dal traguardo.
A quel punto ho probabilmente commesso un errore: ho accennato un attacco, ma troppo precipitosamente, e infatti l'ho pagato in seguito, quando non sono riuscito a tenere le ruote né di Menchov e Piepoli, né di Mosquera e Sastre. Ho comunque perso poco, circa 1'00", ma con una tattica più accorta, fossi stato più conservativo insomma, sarei forse riuscito a restar davanti.
Detto questo, sono certamente soddisfatto: ieri ho fatto una crono a mio parere molto buona, specie perché era un test importante per le mie ambizioni di classifica. E oggi sono risalito fino alla settima posizione in generale, vicino alle piazze che contano e con la speranza di andare poco a poco migliorando in condizione e classifica, com'è peraltro nelle mie caratteristiche.
In tutto questo, la tappa di domani non può che essere ulteriormente decisiva. È nettamente più dura rispetto a oggi: con 214 km, salite più difficili e due giorni di sforzi importanti alle spalle, mi aspetto distacchi più elevati. Tatticamente comunque, il copione potrebbe essere lo stesso di oggi, senza la Discovery e con la Rabobank a controllare la corsa per Menchov; potrebbe andar via una fuga, ma non credo vorranno concedere troppo spazio, specie se ci proverà qualcuno vicino in classifica. Per me si tratterà chiaramente di tenere il passo dei migliori fino all'ultima salita e poi giocarmi le mie carte, a seconda di quante energie avrò.
Eh, a proposito di energie, ora sarà meglio che vada a riposare; molto si giocherà anche sulle capacità di recuperare dagli sforzi di oggi e una bella dormita è proprio quello che ci vuole... A presto. (Samuel Sánchez)


Sabato 8 settembre - 8a tappa - Landaluze: Ci siamo difesi
E la crono è archiviata... Non è propriamente il nostro campo, si sa, ma la giornata è stata comunque buona e anche Samuel [Sánchez] era soddisfatto; lui ha sempre un atteggiamento positivo, riesce a trovare il lato buono di ogni cosa e questo lo aiuta anche sopra la bici. Del resto oggi diversi suoi rivali hanno perso anche più di lui da Devolder, Menchov e compagnia, e quindi si può considerare una giornata positiva.
Era una crono molto lunga e su un percorso veramente strano, in piena autostrada e con la strada che tendeva a scendere. Ci fosse stato il vento a favore, come si attendeva, sono convinto che si sarebbero toccate medie anche sui 60 km/h; chissà se gli organizzatori volevano che si facesse il record... Invece era leggermente contrario, da sinistra: onestamente non so se sia stato decisivo per la tappa: io sono partito alle tre meno dieci ed era appunto lievemente contrario, ma certamente non ce n'era molto.
Le mie sensazioni sono state buone. Ovviamente non ho ambizioni di classifica e non mi sono impegnato a tutta, ma ci si tiene sempre a far bene e neppure sono andato a passeggio, ecco. Certo è che la mia Vuelta praticamente inizia domani: l'obiettivo mio, che è anche quello della squadra, è quello di vincere una tappa, e d'ora in poi avrò la possibilità di andare a caccia del successo su un terreno a me adatto.
Domani magari sarà un po' complicato: la Discovery è una squadra molto forte e vorrà controllare la corsa; ma se mettesse un uomo in fuga, bè... allora le cose si potrebbero fare interessanti. Di sicuro non starò ad aspettare la terza settimana per andare all'attacco: non puoi mai sapere come starai e quindi vanno colte al volo tutte le occasioni che si presentano. E poi anche nella seconda settimana vi saranno giornate in cui le squadre dei velocisti non saranno in grado di tener cucita la corsa e quella potrà essere un po' la situazione ideale. Vedremo...
Intanto vado a fare un altro po' di massaggi; con quello che ci aspetta domani e dopodomani, non può che far bene... (Íñigo Landaluze)


Venerdì 7 settembre - 7a tappa - A. Peréz: Da domani è tosta
Tutto sommato è stata una giornata tranquilla; anche se ho rischiato di finire in mezzo a due cadute.
Tranquilla come l'andatura del gruppo per buona parte della tappa: due soli fuggitivi non spaventavano nessuno e soprattutto il vento, che si temeva potesse dar fastidio come un po' ieri, era invece a favore. E così si è potuto vivacchiare in gruppo, alimentandosi bene e risparmiando le energie; e anche chiacchierando un po' con gli altri, sulla gamba, sulla corsa in generale... insomma le solite cose.
Un po' le cose sono cambiate a partire dal Gpm di 3a categoria, quando il ritmo è iniziato a farsi più allegro e già si sono aperte le danze delle squadre per posizionarsi nella prima parte del gruppo. Peraltro da lì iniziava una parte di percorso più aperta al vento e bisognava fare attenzione anche a quello. Qualche chilometro dopo, la prima caduta: non ho visto cosa sia successo di preciso, fatto sta che io arrivavo giusto dietro e sono riuscito a schivare proprio all'ultimo l'appuntamento con l'asfalto...
Ma non è finita qui: stessa identica situazione nel finale, anche se in questo caso la caduta è stata senza dubbio causata da alcune curve che chiudevano parecchio; con la velocità, a qualcuno dev'essere andata via la ruota e... patatrac. Nuovamente ero di poco dietro: stavolta di schivare non c'è stato verso, ma almeno non sono andato per terra e mi sono limitato a tamponare un collega, che onestamente non mi sono neppure accorto chi fosse...
Per fortuna nessuno della squadra ha avuto problemi: io, Samuel [Sánchez] e Haimar [Zubeldia] abbiamo tagliato il traguardo a passo d'uomo, cercando di ricostruire un po' la dinamica di quello che era successo. Nel frattempo Koldo era andato a prendersi un altro bel piazzamento; non che fosse molto contento in verità, ha detto di essersi lasciato un po' sorprendere dalla situazione strana, con un momento in cui quelli davanti si sono quasi fermati. Ma, insomma, è un altro piazzamento nei cinque; e poi io che spesso l'ho aiutato a portarsi avanti negli ultimi chilometri, posso dirvi che sta migliorando parecchio, specie nel posizionamento nell'ultimo chilometro, che è decisivo, come diceva lui ieri.
Con oggi intanto si è di fatto chiusa la prima parte di Vuelta e da domani inizia un tris di tappe che possono davvero dire molto per la classifica generale. In squadra c'è molta fiducia: Samuel sta decisamente bene, Haimar è ormai completamente recuperato e, insieme a Igor [Antón] e Íñigo [Landaluze], sarà un aiuto fondamentale. Della crono di domani non ho ancora parlato con Samuel e non so che risultato gli possa andar bene; comunque non è che ci siano molte alternative: c'è da andare a tutta dall'inizio alla fine e stop... Lui non è uno specialista, ma è vero anche che contro il tempo conta parecchio la forma, quindi staremo a vedere...
Poi i due tapponi di montagna, in cui il mio ruolo sarà molto diverso da quello avuto nella prima settimana. In quelle giornate ci sarà da proteggere il leader e i compagni che vanno bene in salita, controllando la loro posizione e badando ai primi attacchi. Poi, finché le gambe girano anche in salita, si va; mentre quando s'inizia a far troppa fatica, si cerca il gruppetto giusto e s'iniziano a risparmiare le forze, che sicuramente serviranno in seguito.
Ecco quindi un po' un'anteprima di quello che saranno i prossimi giorni, mentre ai miei compagni spetterà il compito di raccontarvi come sarà andata. Alla prossima. (Alan Pérez)


Giovedì 6 settembre - 6a tappa - Fernández: Secondo, me...
Secondo. Ha sempre due facce, un secondo posto: da un lato, come non considerare un'ottima giornata quando finisci secondo in una tappa della Vuelta? Ma dall'altro conta solo la prima piazza e quindi è un peccato, davvero un peccato.
Non mi manca e non ci manca niente per arrivare al successo: la gamba e la velocità ci sono tutte, l'unica cosa su cui c'è da lavorare è il posizionamento; se troviamo il sistema per iniziare la volata più avanti... Il giorno che riesco a iniziare una volata tra i primi cinque, allora veramente mi potrò giocare molte più possibilità di vittoria. Va oliata e aggiustata proprio quella fase lì: proprio sul posizionamento era nata una discussione con Bennati, nella seconda tappa, in seguito alla caduta. Tutto risolto comunque, ma il mio pensiero resta quello: anche se siamo giovani, abbiamo il diritto degli altri velocisti di giocarci le volate nella miglior posizione possibile; non esiste che ci siano delle gerarchie per cui debbano passare davanti Freire, poi Bennati, poi Boonen...
A proposito, chi aveva chiesto un mio parere su questa sorta di "nuova generazione" di velocisti spagnoli, citando anche Ventoso e Rojas, ha fatto un'osservazione giusta: una volta in Spagna questo tipo di corridore era decisamente più raro; il tipico corridore spagnolo era un Indurain, per citare un grandissimo. Secondo me, dipende dal fatto che il ciclismo sta cambiando, le corse si sono evolute e da un po' è cresciuta l'importanza degli sprint: quindi aumentano anche i corridori che si focalizzano su di essi. E noi spagnoli, con l'età dalla nostra, possiamo davvero essere il futuro di questa "specialità", specie quando i vari Freire, Petacchi, Hushovd si saranno ritirati.
L'Euskaltel stessa è una squadra tradizionalmente combattiva in montagna, non ha mai avuto in squadra un velocista puro: per l'appunto sono stato ingaggiato per dare alla squadra soluzioni anche in quelle tappe destinate alla volata di gruppo. Lo faccio meglio che posso, un po' alla Freire, approfittando del lavoro delle altre squadre e cercando la ruota giusta e lo spunto negli ultimi metri. Oggi m'è riuscito bene, domani chissà non mi riesca ancor meglio... (Koldo Fernández)


Mercoledì 5 settembre - 5a tappa - Hernández: C'è tempo per la fuga
E vince sempre lui... È veramente un campione e – sì, non è che lo scopriamo oggi – quando si presenta a una corsa con motivazioni, c'è veramente poco da fare alle volte. È qui anche per preparare il Mondiale e direi che è sulla buona strada per il quarto titolo; come se non bastassero gli altri stimoli, in questa Vuelta c'è anche il suo principale avversario, Bettini, un altro che ve lo raccomando...
Ieri in qualche modo gli hanno dato una mano anche i Caisse d'Epargne, visto che in tutta la tappa non c'è stato modo di portar via un gruppetto. Si è davvero partiti a tutta, attacchi in tutte le salse, ma niente da fare, il gruppo ha dato spazio solo a tentativi individuali, come quello di Kroon e dei due Saunier, che è quasi impossibile andassero in porto. Io stesso ho provato ad infilarmi in un abbozzo di fuga, a metà tappa circa, ma poi ho capito quale fosse l'andazzo e ho preferito salvare la gamba in gruppetto. Abbiamo davanti molti giorni per trovare la fuga giusta ed era inutile sprecare energie, così ho passato l'ultima parte della tappa tra Boonen e compagnia, e credo sia stata la scelta giusta.
Poco altro da dire, anche perché la volata me l'hanno dovuta raccontare, ovviamente... Però ne approfitto per mandare un saluto ai miei ex-compagni della LPR e soprattutto ai ds di allora, Orlando Maini e Claudio Cozzi: ho ottimi ricordi dei due anni passati in Italia, visto che peraltro proprio con la LPR ho avuto l'occasione di passare professionista. Poi è chiaro: l'Euskaltel per un basco è irrinunciabile... (Aitor Hernández)


Martedì 4 settembre - 4a tappa - Antón: Limitando i danni
Giornata complicata, diciamo pure un po' negativa... Abbiamo perso un po' di terreno con Samuel, ma contiamo, nell'arco delle tre settimane, di migliorare e recuperare.
Ci si immaginava la fuga fin dalla partenza e così è stato, ma caspita in quanti erano! Per fortuna siamo riusciti a piazzarne dentro tre, Alan [Pérez], Aitor [Hernández] e Dioni [Galparsoro], e ci siamo risparmiati il lavoro per chiudere il gap, affare che hanno sbrigato le altre squadre, marcando da subito un passo elevatissimo per andare a riprendere gente come Devolder e Gárate.
Poi la salita, dove Samuel [Sánchez] s'è reso conto subito che l'importante era limitare i danni, senza rispondere ad attacchi. E oggi Sastre e Menchov hanno veramente fatto la differenza, e nonostante questo Efimkin è riuscito a mantenere un certo vantaggio: deve aver fatto davvero un gran numero... Comunque, Sastre ha fatto il vuoto già con il primo scatto, mi sembra ai meno sette: lì Samuel ha detto di andar su regolari, senza innervosirsi o "strappare". Così ho cercato di dargli un buon ritmo, che ci permettesse di non perdere troppo: direi che ci siamo riusciti e c'è comunque di che essere fiduciosi per il prosieguo.
Per quanto riguarda le mie sensazioni, beh, direi buone: non penso ne avessi per staccare Samuel, anche se ovviamente il problema neppure si poneva. Sto recuperando da un Tour un po' disgraziato, dopo una prima metà di stagione che era stata di fatto impeccabile, con il picco al Romandia, dove ho vinto una tappa e fatto una buona classifica. Speravo di mantenere quel livello anche in Francia, ma lì decisamente non è andata: il Tour, si sa, non perdona! In compenso, si dice che da tutto c'è da imparare e per fortuna non manca il tempo per tornare al Tour con un po' d'esperienza e cercare di far meglio. Ma intanto c'è da restare concentrati su questa Vuelta, dove mi posso togliere delle soddisfazioni sia personali che soprattutto di squadra: vedrete che si tornerà protagonisti!
Nel frattempo vi saluto con un aneddoto sul mio soprannome, "Fuji". Magari qualcuno saprà già la storiella, comunque bisogna tornare indietro di un po' di tempo, a quando correvo tra gli esordienti, a nove-dieci anni; insomma, all'epoca mi regalarono una bici di una marca americana, che si chiama proprio "Fuji". E da allora mi hanno appioppato questo soprannome, che del resto non mi dispiace affatto, visto che è una cosa simpatica.
A presto dunque, e fate un po' il tifo per noi! (Igor Antón)


Lunedì 3 settembre - 3a tappa - Galparsoro: Haimar, che spavento!
Che non si dica che battiamo la fiacca! Oggi non avete sicuramente fatto fatica a trovarci in gruppo: e vabbè che arancioni come siamo non dev'essere tanto difficile in generale, ma oggi abbiamo fatto non pochi chilometri in testa a tirare di brutto. Il motivo? Beh, non che pensassimo di aprire distacchi per la generale, ma Samuel [Sánchez] conosceva il tratto finale, con una salitella breve ma secca e una discesa piuttosto tecnica verso il traguardo, con qualche curva complicata.
Il problema è che quando in gruppo c'è gente come Freire e Bettini... Peraltro si è capito subito che Bettini volesse fare la corsa oggi, visto che lui stesso e la Quick Step hanno collaborato ad alzare il ritmo e a far selezione. Comunque sia, una bella prestazione di squadra: sarebbe una buona giornata se non fosse per quello che è successo a Haimar [Zubeldia], che è andato giu a 20 km dall'arrivo. E ci siamo presi pure un certo spavento, ma per fortuna pare non abbia nulla di rotto e ha potuto finire la tappa: adesso per lui saranno decisivi i prossimi giorni; speriamo bene, inutile dire quanto sia importante per la squadra.
Come avrete notato, la tappa oggi è finita abbastanza tardi: con l'albergo a 80 km rispetto al traguardo, doccia e spuntino li abbiamo fatti sull'autobus. Ovviamente in situazioni come questa non è che si mangi molto: la cena non è troppo lontana e basta reintegrare un po' di carboidrati, ognuno in base alle proprie preferenze, tra cereali, yogurt e frutta. Una volta raggiunto l'hotel, è stato il turno dei massaggi: normalmente si fa un'ora a testa, ma anche per questo oggi c'è stato un po' meno tempo. Poi la cena, che ho terminato giusto adesso, e un po' di riposo, che io, come altri, sfrutto per dedicare un po' di tempo ad internet, per guardare le classifiche e soprattutto per parlare con la famiglia. In generale, in tutto il post-gara si tratta soprattutto di stare seduti: considerando che non è che andiamo proprio a passeggio durante la corsa, capirete quanto sia importante!
A proposito di andare a passeggio, domani si apriranno davvero le danze per quanto riguarda la classifica. Tatticamente è una tappa abbastanza semplice da interpretare, con la prima parte che sarà sicuramente buona per una fuga: non è da escludere che anche qualcuno di noi provi ad infilarsi in un gruppetto. Compito principale è comunque quello di mantenere protetto Sánchez e portarlo alla salita di Covadonga in buona posizione: è una salita coi controfiocchi e come dicevo s'inizierà a delineare la classifica. Come hanno detto i miei compagni, abbiamo grande fiducia in Samuel e vedrete che fin da domani sarà lì con i migliori. (Dioni Galparsoro)


Domenica 2 settembre - 2a tappa - Zubeldia: Non è colpa di Koldo!
E le chiamano tappe facili! Abbastanza corta, non troppo mossa... sì sì, tutto vero; ma tra il fatto che è partita una fuga al chilometro due e un circuito finale parecchio impegnativo è stata una frazione davvero tirata. Che la fuga nascesse presto ce lo si aspettava: la Karpín corre in casa e ha ragazzi bravi ad infilarsi nelle fughe e con qualità per poter far saltare il banco. Infatti s'è messa subito in testa la Lampre del capoclassifica: ovviamente toccava soprattutto a loro tenere a bada il distacco, anche se poi verso la fine collaborarava anche la Milram.
Ma una volta controllata la fuga, oggi c'era da fare i conti con un circuito finale veramente tosto: praticamente tutti gli ultimi tre chilometri tendevano a salire e come se non bastasse ci si è messa la caduta attorno ai meno due. Il tutto è nato da un classico sbandamento, che con la strada abbastanza stretta è risultato fatale. Avrete notato Koldo [Fernández] discutere a lungo con Bennati: ho avuto modo di parlarci, visto che peraltro è mio compagno di stanza, e mi ha spiegato un po' come sono andate le cose. Come sempre, per le squadre – come anche la nostra – che non hanno un vero "treno", c'è la lotta per la prendere la ruota migliore, che oggi era quella dei Milram, che si erano ben organizzati. Nella confusione s'è prodotto uno sbandamento e Koldo e altri sono finiti a terra: Koldo alla fine era piuttosto arrabbiato perché stavano dando la colpa a lui di quello che era successo, mentre non aveva fatto nulla di male; del resto credo che tutti i velocisti debbano avere le stesse possibilità di cercare le posizioni migliori per lo sprint e il fatto di vestire la maglia amarillo non significa granché. Sono comunque cose che capitano e buon per Freire che ha avuto meno concorrenza...
Per quanto riguarda la mia Vuelta, sono convinto di essermi preparato al meglio: il Tour è stato ovviamente un grandissimo sforzo, anche perché, visto che puntavamo a far bene a San Sebastián, per me e altri della squadra è durato praticamente quattro settimane. Dopo c'è stato il meritato riposo, ma senza esagerare: giusto tre-quattro giorni senza proprio toccare la bici e poi il graduale avvicinamento alla Vuelta.
Non guardo comunque alla classifica: la squadra s'è presentata con un obiettivo molto chiaro, che è quello di supportare al 100% Samuel Sánchez. Lui negli ultimi anni ha seguito più o meno sempre lo stesso calendario e ha l'esperienza giusta per far centro, quest'anno. Io mi accontenterei di una vittoria di tappa e sarebbe un gran bell'accontentarsi... (Haimar Zubeldia)


Sabato 1° settembre - 1a tappa - Isasi: Occhio alla clavicola!
Partiti! E ci si toglie sempre un peso: la Vuelta è una corsa molto dura, ma meglio stare in sella che crogiolarsi nell'attesa. Quest'anno per me la Vuelta ha anche un sapore particolare, in una stagione che nella prima parte è stata assai complicata, con il doppio infortunio alla clavicola, la stessa... Meglio non pensarci, cioè, meglio pensarci, ma solo per stare in guardia dalle insidie che anche una tappa come quella di oggi può riservare: basti vedere quello che è successo a Danielson.
Per il resto è stata la classica tappa da velocisti, senza scossoni, nonostante il vento contrario. L'anno passato mi lanciavo in prima persona nelle volate di gruppo, ma con la presenza di Koldo [Fernández] il mio ruolo è decisamente cambiato: prima di tutto c'è da pensare a [Samuel] Sánchez, che è la nostra carta per la classifica generale e va protetto dagli inconvenienti di cui vi dicevo; poi, negli ultimi chilometri c'è da portare avanti Koldo, cercando di metterlo in condizione di giocarsi la volata al meglio. E direi che come inizio non c'è male: un settimo posto alla prima tappa, fa ben sperare, ma Koldo stesso è convinto di potersi giocare piazzamenti più importanti.
Per quanto mi riguarda, chiaro: magari qualche volata la proverò, ma soprattutto c'è da infilarsi nelle fughe; e senza fare gli schizzinosi, perché ogni occasione può essere quella buona.
Intanto il massaggio è finito e si scende a cena: quindi vi saluto, noi ci si sentirà tra qualche giorno, quando senz'altro ci sarà di più da commentare e chissà, magari mi avrete già visto in qualche fuga... (Iñaki Isasi)


Venerdì 31 agosto - Vigilia - Gerrikagoitia: Un'Euskaltel di lotta
È vigilia, ma è come se fosse già iniziata, questa Vuelta. Ormai siamo qui da tre giorni, gli allenamenti di avvicinamento sono terminati e tra pochi minuti ci sarà la presentazione ufficiale delle squadre: ci siamo, insomma.
Quattro massaggiatori, tre meccanici, due direttori sportivi, un team manager, un medico e un addetto stampa: questo il gruppo che accompagnerà i nove corridori durante le tre settimane di corsa. Si parte con grande entusiasmo, come al solito, e con il vantaggio di un'unità che ci ha un po' sempre contraddistinti ed è dovuta soprattutto al carattere basco del team, al fatto che i corridori sono nati tutti nel raggio di 50 km e hanno corso insieme fin dalle categorie giovanili: una squadra che dunque si conosce molto bene e cerca di fare di questo un'arma in più.
Per le nostre caratteristiche, non c'è dubbio che la differenza dovremo farla, o cercare di farla, quando la strada sale: è una Vuelta che inizia con tappe dal chilometraggio limitato, ma poi arriveranno abbastanza presto le montagne, con la decima frazione verso Andorra, la tappa regina, che probabilmente sarà un vero spartiacque e vedrà una classifica già piuttosto delineata. Il nostro leader non può che essere [Samuel] Sánchez, che ha orientato tutta la stagione in vista della Vuelta: dacché esiste il team Euskadi non siamo mai saliti sul podio di un grande giro e quest'anno ci proviamo con lui, con la consapevolezza che è un obiettivo assolutamente alla sua portata. Un podio basterebbe, ma sognare non guasta e con la formazione che presentiamo al via si può anche puntare a qualcosa di più, oltre che ai successi parziali ovviamente.
Sarà un'Euskaltel che lotta, come sempre, cercando di animare ogni tappa: anche un giovane come Igor Antón, che l'anno scorso vinse una bellissima tappa a Calar Alto, sarà sicuramente una pedina importante, nonostante arrivi a questa Vuelta non nella condizione dell'anno passato.
Vedremo: è scontato dirlo, ma sarà la strada ad emettere il verdetto. Comunque sia ci sarà da divertirsi... (Gorka Gerrikagoitia, ds)

 



Euskaltel - Euskadi (Squadra Pro Tour)
a cura di Stefano Rizzato

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