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Tosatto firma il riscatto - Prima vittoria italiana al Tour 2006

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Certo, sarebbe stata una beffa troppo grande chiudere questo Tour senza nemmeno un successo di tappa. La corsa senza padroni rischiava di passare agli albi d'oro anche come la corsa senza italiani: nemmeno un successo di tappa in 20 giorni, a fronte di quattro secondi posti e di un Cunego protagonista della lotta (destinata ahinoi a premiare Fothen) per la maglia bianca.
Le possibilità di affermazione, posto che la crono di domani sarà appannaggio di altri uomini (certo non italiani), erano limitate alla sicura fuga di oggi e ad un eventuale colpo da finisseur sui Campi Elisi, domenica: teniamoci pure buona la possibilità parigina (c'è chi scalpita al sol pensiero, Ballan su tutti), ma nel frattempo alziamo le braccia con Matteo Tosatto, che ha interrotto il digiuno al terz'ultimo giorno, muovendosi all'attacco insieme ad altri 15 (tra cui un Leipheimer che ha guadagnato tanto - quasi 7' - da riuscire a risalire dalla 18esima alla 13esima posizione in classifica, a scapito di Caucchioli e Cunego (scalati ora in 14esima e 15esima piazza), e con qualche possibilità (pur se remotissima) di entrare nei 10 dopo la crono di domani. Dovrebbe lasciarsi alle spalle Boogerd e Schleck - e fin qui ci possiamo stare - e dare 3' a Rogers (e qui invece le cose si fanno difficili).
La Saunier Duval, non rappresentata nell'attacco, ha inseguito a lungo, impedendo per molti chilometri che l'azione dei 15 prendesse il largo. Ma il vento era dalla parte degli attaccanti, che alla lunga hanno aumentato considerevolmente il loro vantaggio. Oltre a Tosatto, noi avevamo Moreni e Quinziato. Nel finale, dietro a Scholz (scattato dopo un precedente tentativo del suo capitano Leipheimer, che ci aveva provato insieme a Isasi), si sono mossi proprio due italiani: Tosatto e Moreni, mentre Quinziato non è riuscito ad agganciarsi e ha chiuso in quarta posizione, solitario.
Il terzetto era ottimo per noi: due ruote veloci come Tosatto e Moreni opposte a un tedesco buon passista ma poco rapido. L'unico problema era impedire allunghi da finisseur di Scholz: badato a questo, si è arrivati agevolmente in volata, e Tosatto, preoccupatissimo dalla presenza di Moreni, ha aspettato i 150 metri per prendere in testa lo sprint: il mantovano non l'ha più superato, e così per Matteo è arrivata questa importantissima affermazione, in coda a un Tour in cui ha sofferto parecchio per qualche guaio fisico: ha resistito, ed ora arriva il premio più ambito.
Ma domani, domani altra musica: tutte le tessere andranno nelle giuste caselle, e si comporrà sul tabellone del Tour 2006 la classifica finale, al termine di una delle più incredibili edizioni della Grande Boucle. Partita con il dramma sportivo delle eccellenti esclusioni di Basso, Ullrich e compagni, proseguita in un pantano di noia per oltre 10 giorni in cui lo spettacolo è stato praticamente insignificante, transitata senza squilli sui Pirenei senza che ne venisse una ricaduta degna dal punto di vista tecnico, caduta nelle mani di uno spagnolo miracolato da una fuga bidone, la corsa francese ha conosciuto un clamoroso riscatto sulle Alpi.
All'Alpe d'Huez, nel giorno di Cunego secondo, sembrava che Landis avesse in mano uno scialbissimo Tour. Ma 24 ore dopo l'americano è naufragato in una crisi di sete a La Toussuire, perdendo 10' e ogni possibilità di successo finale; altre 24 ore, ed ecco l'incredibile risurrezione, con l'impresa delle imprese di Landis, capace di scavare un canyon tra sé e tutti gli altri, e di rientrare in gioco. Una posizione (la terza, a 30" da Pereiro e a 18" da Sastre), da cui domani, nella cronometro di Montceau (57 km molto mossi), Floyd partirà come il favorito assoluto: il margine dai primi è risicato, e lui potrà volare a indossare ancora la maglia gialla, a meno di improbabili (a questo punto) sorpresissime dell'ultim'ora.

Marco Grassi



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