Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Forze fresche al Delfinato - Menchov e Leipheimer in crescita

Versione stampabile

Diciamocelo, ragazzi: questo Criterium del Delfinato è una meraviglia di corsa. Nei primi quattro giorni avevamo avuto modo di ammirare (per ben due volte) la fantastica posizione in bici di Dave Zabriskie nelle due cronometro (una breve breve, il prologo; l'altra lunga e impegnativa, una crono da Tour); avevamo gioito con la sorprendente azione orchestrata da Mancebo nel finale della tappa di Bourgoin-Jallieu: Paco, un passato da corridore mai all'attacco, pare aver cambiato pelle, e nella prima tappa ha animato un contropiede su una salitella che ha portato Wegmann al successo.
Poi, nella lunga strada che portava a Saint-Galmier, ci siamo gloriati dell'efficacissima azione di Philippe Gilbert, uno che ha un futuro magnifico davanti a sé, ma per il quale anche il presente offre grandi gioie e spunti tecnici degni di celebrati campioni. E così due tappe che in teoria dovevano sorridere ai velocisti, hanno avuto esiti sorprendenti e spettacolari.
Nonostante il grande, spassionato divertimento dei giorni scorsi, stamattina eravamo tutti consci del fatto che il meglio doveva ancora venire, e quel meglio iniziava dall'arrivo in quota sul Mont Ventoux, in programma oggi. Preceduto da una bella fuga a 9, con tra gli animatori il solito Voeckler, il bravo Vanotti e un inaspettato Napolitano: Danilo ha voglia di pedalare, evidentemente si è messo in animo di fare dei bei chilometri a buon ritmo, per tirarsi a lucido in chiave Tour de France.
Poi, con l'approssimarsi del Monte Calvo, ovviamente i 9 si sono fatti da parte, lasciando il proscenio a chi doveva "fare" la corsa, gli uomini di classifica, quegli stessi uomini che sperano di essere considerati da classifica anche fra un mese, sulle strade della Grande Boucle.
Tra tutti, Landis è quello che ha messo alla frusta la squadra. La Phonak ha inseguito pancia a terra i fuggitivi, e ha offerto al suo capitano una situazione ideale, chiavi in mano. Stava a lui, poi, dare la stoccata. Ma quale stoccata. Floyd è rimasto a galla fino a un certo punto, senza che gli passasse per la testa di azzardare alcunché. Poi Mancebo è partito all'arrembaggio, e a Landis si è spenta la luce, ciao ciao Delfinato, qui occorre una revisione, o del motore dell'americano, o delle avventurate previsioni di chi lo vedrebbe addirittura in lotta per il successo al Tour (ma quando mai!).
Ciao amici anche da parte di Vinokourov, ben più efficace da queste parti un anno fa, e invece stavolta respinto dalle crono, respinto dal Mont Ventoux, respinto da un approccio alla corsa che forse (sottolineiamo: forse) ha risentito dei guai societari e delle incertezze sul futuro prossimo (in realtà la ASO non ha ancora sciolto la riserva sull'accoglimento della ex Liberty Seguros-attuale Astana Würth al Tour); forse è figlio di un differimento in avanti del picco di condizione (nel 2005 uscì dalla Grande Boucle con una gamba al fulmicotone, ma aveva patito sulle salite); forse è semplicemente un anno in più sul groppone, e una propensione ai grandi giri mai confermata al 100%.
Mancebo, invece, che evolution: da timida quarta ruota del gruppetto dei migliori in salita, a motore degli eventi. Paquito si è messo in testa l'idea di voler attaccare, e anche oggi è stato lui ad accendere la miccia. Spalleggiato ottimamente dal compagno Moreau, lo spagnolo è stato il protagonista della scrematura del gruppo dei migliori. Zabriskie è saltato subito, Gilbert, maglia gialloblù, l'ha seguito a ruota, di Landis e Vino abbiamo già detto. Popovych, bella delusione, ha scarburato. Non va bene né a cronometro né in salita, che succede Yaro? In Discovery non si balla come un tempo, Hincapie l'ha dimostrato oggi - staccandosi, resistendo, tenendo fin quanto ha potuto, ma quel che lui può su certe salite è esattamente questo: non vale i più forti. E meno male, perché se un corridore come Hincapie arrivasse a lottare realmente per il successo al Tour (come qualcuno predice), ci sarebbe da chiudere sito e baracca e occuparsi di tiro al piattello. Fortissimo nella Roubaix, ma un Hincapie vincente alla Boucle non sta né in cielo né in terra: e qui ci giochiamo la nostra credibilità di giornalisti.
Azevedo, invece (in eventuale attesa di un buon Savoldelli in Francia), si conferma più affidabile di un conto in banca a interesse al 2%. E infatti attacca, con Nibali (non si tiene, lo Squaletto: va via sempre, poi rimbalza indietro, ma è un peperino amabilissimo) e con Caucchioli. Bravo il Cau, la forma cresce, Mister Regolarità si candida a un posto nei 10 al Tour. La condizione attuale però non gli basta per tenere le ruote di Azevedo, che a metà salita se ne va da solo, riprende e stacca Sevilla (che si era mosso da un po'), resta da solo per 7 km, fino a 4 dal traguardo.
4 dal traguardo, allorché sul portoghese si portano tre uomini, due dei quali da tenere molto attentamente d'occhio. Il primo è Leipheimer, americano che è una garanzia (al contrario di Landis) e che si offre alla stampa come un terzo uomo di tutto rispetto, al cospetto di Basso e Ullrich (gira e rigira si va a parare sempre al Tour). Laddove il quarto uomo è quel Denis Menchov che un grande giro in tasca ce l'ha già, pur se vinto per vie traverse (previa squalifica di Heras dal libro d'oro dell'ultima Vuelta), e che oggi era nel club esclusivo dei quattro uomini che si giocavano la vittoria.
Leipheimer, Menchov, Azevedo preso per strada; e il quarto, Moreau, un Moreau sopra le righe, molto in forma, e dimostratosi al momento più in palla del suo capitano Mancebo. Proprio il francese ha lavorato ai fianchi la decina di uomini che erano rimasti alle spalle di Azevedo, negli ultimi chilometri di gara. A parte Menchov e Leipheimer, gli altri hanno faticato e sono arrivati alla spicciolata, dopo di loro. Ma - Caucchioli e Mancebo a parte, per i quali vale il discorso di una condizione in arrivo - si trattava di corridori bravi, bravissimi, ma di secondo piano: Sevilla, Kohl, Chavanel, e due giovani come Iglinskiy e Paulinho (era dalle Olimpiadi che non vedevamo quest'ultimo così bene).
Piepoli, reduce da un Giro da protagonista, più indietro, non benissimo, ma neanche da buttar via: chissà che nelle prossime tappe non riesca a trovare una zampata.
La sparata di Menchov ai 300 metri gli è valsa la vittoria: un'operazione chirurgica, precisissima, al centimetro. Se fosse partito anche solo un metro prima, Moreau in disperata rimonta se lo sarebbe bevuto sotto lo striscione. Invece così il francese è arrivato solo a un passo dall'impresa.
In classifica Leipheimer, terzo nella crono di ieri, terzo sul Ventoux oggi, balza in testa. Menchov è lì, a un passo; Gilbert è ancora vicino, malgrado la scoppola presa oggi, ma non è uomo che possa vincere il Delfinato. Azevedo e Moreau sono in zona, così come Mancebo. Limiteremmo a questi cinque nomi la rosa di uomini che possono conquistare la corsa francese, il cui percorso riserva durezze che respingeranno tutti gli altri.
A partire da Hincapie; e proseguendo con Valverde, che in realtà è il vero mistero del giorno. Il leader del ranking Pro Tour non è andato in crisi, ma non è certamente stato all'altezza dei migliori. È vero che la prima salita di un giro, a freddo, può far male. Ma nel caso dello spagnolo l'impressione che si è avuta è che non sia al meglio. Valverde al Tour pagherà abbastanza nelle cronometro; ciò significa che non potrà sbagliare un colpo in salita. E una giornata come quella di oggi non potrà proprio permettersela. Buon per lui se lo spettacolo odierno resterà un uovo fuori dal cesto.

Marco Grassi



RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano