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Tour de Pologne 2015

Il Tour de Pologne quest'anno preferisce un attacco "in medias res", nel cuore del paese, tagliando i lunghi trasferimenti dai freddi lidi settentrionali, per avere un tracciato forse più nervoso da subito. Questa prima tappa propone un circuito cittadino, nella sontuosa capitale. Poco più che una kermesse, vivacizzata da un curioso strappetto elicoidale e su fondo di pavé antico, culminante pochi metri prima della flamme rouge. La partenza avverrà all'ombra del nuovo Stadio Nazionale e dopo un brevissimo tratto si entrerà subito nel piuttosto veloce circuito cittadino di 12 chilometri da ripetere 10 volte. Per la maggior parte del tempo si pedalerà su ampi viali su cui si affacciano aulici palazzi neoclassici, raccordati da svincoli su ariose piazze. Il percorso circuisce il cuore storico, fortificato, della città: due lunghissimi rettilinei, il ritorno lungo la Vistola. Poi, un finale che pare fatto per creare problemi alle ruote veloci più pure. Dai -2 chilometri al traguardo, lasciato il lungofiume, si imbocca una trottola in salita con sottopassaggio e sovrappasso in continua curva a destra, 30 metri di dislivello in circa 400 metri di pavé vecchio, levigato, cittadino. In cima, un chilometro e ancora quattro curve prima dell'arrivo, l'ultima proprio all'imbocco della piazza dominata dall'immenso colonnato del Teatro Grande, circa 100 metri al traguardo. Finale da coltello tra i denti per gli sprinter. Non è nemmeno scontato che non possa avere la meglio un ardito colpo di mano all'ultimo chilometro di corridori da classiche.

Con la seconda tappa l'approdo al movimentato meridione del paese è subito compiuto e definitivo. Le restanti sei tappe si snoderanno tra queste boscose colline ai piedi degli scuri Monti Tatra, selvaggia quinta di questa dura terra. Con la partenza di questa seconda tappa, la più semplice e probabilmente scontata della settimana, si va forse a cercare la benedizione nella città del santuario più popolare di Polonia, quello di Czestochowa. La partenza è subito collinare, lunghe pendenze pedalabili, in salita e discesa, buone forse per lanciare fughe di forti passisti, strada sempre piuttosto lineare e ben asfaltata. Due Gpm di terza categoria all'ingresso di Dabrowa Górnicza, sede d'arrivo, popolosa cittadina alle porte di Katowice. Si tratta di due rettilinei strappi sulle ormai tradizionali, per questa corsa, superstrade di raccordo cittadino. Niente a che vedere con salite vere e proprie. Il finale è disegnato in andata e ritorno sulle due diverse carreggiate di una di tali moderne arterie di collegamento urbano, ondulata, ingannevole rispetto alle distanze proprio per l'ampiezza della sede stradale. I raccordi sono dunque due stretti gomiti, due ripartenze violente, la più vicina all'arrivo si trova a poco meno di due chilometri. Si prefigura uno sprint di gruppo compatto, a meno di miracolose ispirazioni che la partenza di Czestochowa potrebbe pur sempre riservare.

La terza tappa, mantenendosi sul registro movimentato di questi prodromi collinari dei Tatra, propone un altro arrivo di modernismo ardito. La tappa si snoda di nuovo su buone strade quasi francesi, saliscendenti senza soluzione di continuità, per fughe di cavalieri erranti, passisti di lungo corso senza paura di lunghi rettifili in falsopiano, da ruminare senza tregua. Il finale, di nuovo, da copione, in circuito cittadino, sui larghi raccordi interurbani, a lunghissime onde prospettiche. Come i giorni precedenti, il gruppo può vedere lontano, almeno trenta secondi di vantaggio sono sempre alle viste. Niente ghirigori, centri storici, svolte secche. Difficile che non venga fagocitata qualsiasi sortita, nonostante la nervosità del percorso. L'arrivo si caratterizza infatti per un insidioso chilometro di diritta salita lungo l'ennesima arteria a due amplissime carreggiate, all'8% medio, ma non del tutto regolare. Andata, ariosa rotatoria, velocissima, e ritorno sulla carreggiata opposta, sprint in discesa sensibile al cospetto dell'obliqua sagoma del disco volante dello Spodek, futuristico palazzetto dello sport costruito in piena era sovietica. Architettura assai ardita per l'epoca, tuttora perfettamente funzionante nel suo scenografico, imponente dinamismo. Ispirazione potente per il demone della velocità che alberga nell'animo dello sprinter di razza.

Le ondulazioni delle precedenti tappe conoscono, con la quarta, un cambio di grado. Si sale un gradiente di difficoltà e si affrontano tre salite di media lunghezza e pendenza, sebbene già contrassegnate da Gpm di seconda e prima categoria, a distanza non proibitiva dal traguardo. Nemmeno tuttavia sufficientemente vicine, forse, da ispirare azioni miranti ad indirizzare in maniera significativa la classifica generale. A circa 110 chilometri dal traguardo inizia una irregolare salita ai 622 metri di Gruszowiec, a cavallo di colline ricoperte di abeti e pascoli. Strade sinuose e irregolari nella distribuzione delle pendenze, vi si possono individuare due tratti da 5 chilometri l'uno, intervallati da alcune contropendenze. L'occhio esperto vuole la sua parte, meglio tenere lo sguardo lungo sull'orizzonte collinare, ad intuire i tratti più duri. Dopo il Gpm si incomincia a seguire una più larga strada, che conduce al secondo Gpm, di prima categoria. In realtà è arduo rendere ragione della variazione di grado di difficoltà: all'uscita dalla cittadina di Limanowa la carreggiata assai più ampia comincia a salire in maniera piuttosto regolare per 6 chilometri, e, dopo un falsopiano di circa 5, per altri 2, più seccamente. La strada sembra comunque piuttosto favorevole ad un lavoro regolare delle squadre in testa al gruppo, mentre assai più bizzoso è l'ultimo Gpm, che aggredisce, su strada di campagna, un pendio collinare in maniera rettilinea. Le pendenze maggiori sono all'inizio di una salita di altri 6 chilometri, con un primo chilometro sempre oltre il 10%. I tre giri del circuito cittadino di Nowy Sacz, tuttavia, allontanano ulteriormente l'arrivo da questa ultima asperità, per un totale di 38 chilometri composti da 8 di veloce discesa e 29 quasi totalmente pianeggianti. Tappa forse più favorevole per attacchi da lontano, soprattutto per l'asprezza di alcuni tratti di salita che potrebbero sfoltire sensibilmente il plotone, sia per una lunghezza complessiva e dislivello non trascurabili. L'arrivo, ça va sans dire, è su ampia strada a due carreggiate, con inversione di rotta ai 1500 metri dal traguardo, in leggerissima ascesa.

5a tappa: Nowy Sacz - Zakopane
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Giov, 06/08/2015
223.0 km
Partenza: 
Nowy Sacz ore 13
Arrivo: 
Zakopane ore 18.25-18.55
5a tappa: Nowy Sacz - Zakopane
Sprint intermedi: 
Poronin km 198.5, Koscielisko km 212.8
Gpm: 
Zab (961 m-1a cat.) km 94.4, Gubalowka (1090 m-1a cat.) km 101.5, Glodowka (1137 m-1a cat.) km 133.2, Zab (961 m-1a cat.) km 148.7, Gubalowka (1090 m-1a cat.) km 155.8, Glodowka (1137 m-1a cat.) km 187.5, Zab (961 m-1a cat.) km 203, Gubalowka (1090 m-1a cat.) km 210.1

Con la quinta tappa si apre la tre giorni decisiva della corsa, giocata quest'anno sulla duplicazione di una tipologia di tappa insolita, che da qualche anno a questa parte ha generato le frazioni più divertenti del Tour de Pologne. Né di alta montagna, con salite lunghe, tutta saliscendi, ma nemmeno troppo adatta a corridori da classiche, con dislivelli importanti. Tante salite di media lunghezza, troppo corte e discontinue forse per scalatori puri, ma comunque troppo dure per chi si esprime al meglio su strappetti e côte di vario genere. La prima di queste due impegnative tappe, che in realtà sostituisce l'arrivo vero e proprio di montagna che ha spesso caratterizzato la corsa, è disegnata intorno a Zakopane, lungo un circuito che propone tre salite senza soluzione di continuità, tutte intorno ai 300 metri di dislivello per 4-5 chilometri di lunghezza. Un mare mosso, su onde lunghe. A ribadire l'affratellamento fra le due tappe decisive, la riproposizione di una stessa salita, Zab, nelle due tappe, stesso asfissiante, quasi rettilineo, versante. Gli scuri boschi di altissime, silenti, conifere, dei Tatra, scendono fino a queste medie altezze, intorno ai 1000 metri, ad ammantare i peraltro già ricchi pascoli. Ne viene fuori un paesaggio morfologicamente collinare, ma decisamente montuoso, quanto alla vegetazione. Tuttavia, le abitudini ingegneristiche del paese tendono a snobbare l'espediente del tornante, per valicare versanti difficili. Così è frequente trovare bizzose strade che affrontano i pendii direttamente, tagliando le alte foreste in maniera pressoché rettilinea. Considerando nel dettaglio questo circuito, esso propone una prima parte più lineare, di strada piuttosto buona ed ampia e di salita più continua fino ad un primo Gpm, Glodowka, 17 chilometri pedalabili interrotti da un paio di contropendenze, seguito da una altrettanto lunga discesa, fino al borgo di Poronin. Qui cambia di colpo il ritmo, all'attacco della salita comune alle due giornate, il secco strappo di Zab, 4 chilometri che risalgono la cima di un erboso colle, alternando brevi spianate a tratti duri, fino al 12%. Poi, la strada si tuffa nella foresta, restringendosi molto, per riprendere a salire d'improvviso, in maniera violenta, verso l'ultimo Gpm di Gubalowka, con punte, nella prima parte, al 18%. Dalla cima, poco più di 10 chilometri di discesa molto pedalabile, quasi tutta da spingere con lungo rapporto, fino all'ingresso in Zakopane, dove ancora 3 chilometri di leggera salita renderanno non facile mantenere eventuali vantaggi racimolati sulle rampe di Gubalowka. Un eventuale sprint avrà un lato "buono", quello destro della carreggiata, verso cui la strada piega negli ultimi 100 metri. Classico percorso aperto a mille interpretazioni, che può diventare massacrante, come può essere anche disinnescato da un controllo blando di squadre che salgono regolari. Rispetto al giorno successivo, la quantità di chilometri su strade più ampie e pendenze regolari, soprattutto nella prima parte del percorso, è maggiore, quindi forse leggermente meno favorevole alle fughe.

6a tappa: Bukovina Terma Hotel Spa - Bukowina Tatrzanska
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Ven, 07/08/2015
174.0 km
Partenza: 
Bukovina Terma Hotel Spa ore 13.55
Arrivo: 
Bukowina Tatrzańska ore 18.25-18.55
6a tappa: Bukovina Terma Hotel Spa - Bukowina Tatrzanska
Sprint intermedi: 
Zakopane km 18.1, Poronin km 142.6
Gpm: 
Zab (986 m-1a cat.) km 31.9, Sciana Bukovina (987 m-1a cat.) km 46.2, Zab (986 m-1a cat.) km 70.3, Sciana Bukovina (987 m-1a cat.) km 84.6, Zab (986 m-1a cat.) km 108.7, Sciana Bukovina (987 m-1a cat.) km 123, Zab (986 m-1a cat.) km 147.1, Sciana Bukovina (987 m-1a cat.) km 161.4

La sesta tappa ricalca totalmente l'identica tappa degli anni passati. La tipologia mediana e assai tormentata è la medesima della frazione precedente, aumentando però la difficoltà complessiva per effetto di un maggior numero di passaggi sui Gpm, complessivamente più discontinui nelle pendenze, e senza sostanziali tratti di recupero. Salite ancora di ampia visibilità che impongono agli attaccanti asfissianti duelli a distanza, alle viste, con gli inseguitori. Il Gpm più impegnativo è quello che svetta a 13 chilometri dal traguardo, Sciana Bukovina: una salita selvaggia, 5 chilometri e mezzo su una striscia d'asfalto a sfioro di cortili, casupole, pascoli, totalmente in balia del pendio, che in un paio di punti tocca il 20%. Non devono ingannare le pendenze medie, indicate sul libro della corsa, che non tengono conto dei continui, irrazionali, cambi di pendenza. Dalla cima la picchiata verso il fondovalle è velocissima, in meno di 10 minuti ci si trova già sulla salita finale, pressoché dunque senza recupero, dove negli anni passati si è sempre decisa questa corsa. Anche qui siamo di fronte ad uno strappo molto diritto, prospetticamente ingannatore, dove non è facile calcolare distanze, pendenze e tempi dell'attacco. Il chilometro più impegnativo dei 4 complessivi è il secondo. Gli ultimi due vanno però a strappi e calcolare male i tempi rispetto alle forze residue espone al rischio di teatrali piantate proprio in vista del traguardo. La sede stradale piuttosto larga ha sempre trasformato questo arrivo in un duro braccio di ferro a distanza. In vista della crono finale, però, è pur vero che qui non si sono mai visti distacchi importanti. Un simile, variegato, nervosissimo percorso, consentirebbe una selezione assai più spietata con ritmi meno prudenti. Non ci sono tratti di percorso sufficientemente lunghi e lineari da consentire recuperi.

Anche la cronometro finale è una riproposizione senza modifiche della tappa già fatta lo scorso anno, che vide a lungo in bilico la lotta per la vittoria finale. Sono 25 chilometri quasi interamente dedicati ai passisti puri, per la maggior parte disegnati lungo una delle onnipresenti, larghe e subdolamente ondulate grandi arterie cittadine. Interminabile, 10 chilometri l'andata, 10 il ritorno su carreggiate opposte, senza una sola curva, un solo tratto dove poter smettere di pedalare. La partenza e l'arrivo sulle lastricate strade del centro storico, a circuire il poderoso castello di Wawel, sede dei reali di Polonia fino al XVI secolo, che si staglia severo, sul colle della cittadella, all'orizzonte. Anche l'arrivo ripropone la stessa quinta scenografica del monumentale broletto, il Sukiennice, nella immensa piazza centrale di questa antica, elegantissima capitale. Sulla carta, vista l'assenza di salite lunghe nel percorso, ci sarebbero tutte le premesse per fare di questa cronometro la tappa decisiva. 25 chilometri così favorevoli ai cultori del lungo rapporto da spingere senza tregua a tutto gas per mezz'ora, possono scavare differenze considerevoli. Messi così, alla fine, a mo' di spauracchio per scalatori pigri, potrebbero però riflettersi in maniera positiva sulle altimetricamente enigmatiche tappe precedenti.

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